
Hoverboard: tra plasticità neuronale e fallimento genitoriale
Il fallimento genitoriale di massa è sempre più evidente. Oltre a distruggere la vita dei piccoli incollandoli ore ad un ipad come soluzione ansiolitica e quindi calmante, ora abbiamo anche i bambini che non hanno più bisogno di camminare.
Certo perché per il genitore di oggi è un problema anche fare una passeggiata mano nella mano con il proprio figlio. Il fattore comune è delegare sempre ad altro la propria responsabilità genitoriale: nonni, badanti, tv, videogame, iphone ed ora il nuovo hoverboard.
L’età prescolare e scolare sono periodi delicatissimi di plasticità neuronale e muscolare. La coordinazione e l’equilibrio si affinano reciprocamente grazie a prove ed errori nella vita e nel gioco. Il corpo che non si muove, non cresce e non si sviluppa. L’hoverboard è la soluzione tecnologica all’accudimento genitoriale e la più grande causa di inabilità e fratture ossee nel mondo per i piccoli.
Il sistema di sorveglianza Americano degli infortuni per causa della tecnologia ha stimato che quel pattino salva i genitori ma distrugge i bambini. Tra il 2011 e il 2015 gli infortuni dei piccoli che hanno usato l’hoverboard sono stati 47277, quarantasettimiladuecentosettantasette. Di tutti gli incidenti quasi il 50% ha causato fratture.
A New York sono diventati illegali, il Regno Unito li confisca, Amazon ha iniziato a ritirarli dal mercato ed ora non sono più ammessi sui voli aerei.
La staticità è sinonimo di morte neuronale e muscolare per lo sviluppo adolescenziale. Il corpo e la mente hanno bisogno di movimento per non ammalarsi. Il focus del post non è tanto correlato agli infortuni ma alla tecnologia che si pone nel mezzo della sempre più delicata relazione tra madre e figlio. Tutto quello che interferisce con questa relazione aumenta la probabilità del bambino di andare incontro a psicopatologia da adulto.
di Leano Cetrullo
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