
Psicologia e tecnologia: una nuova coppia
La trasformazione digitale ha portato notevoli benefici e ha rivoluzionato il metodo tradizionale. Psicologia e tecnologia possono coesistere?
Proviamo a pensare di rivolgerci ad uno psicologo, ad esempio per affrontare una paura che ci impedisce di vivere come vorremmo.
Vediamo una piccola stanza, una libreria stracolma di manuali sulla mente umana, un classico lettino terapeutico e degli immancabili Kleenex a portata di paziente.
Com’è la realtà virtuale?
La psicologia tradizionale vede nella relazione faccia a faccia il principale strumento di lavoro per raggiungere il cambiamento. Ma negli ultimi anni l’approccio cognitivo comportamentale ha saputo integrare tecniche e nuove forme di intervento nell’approccio alla persona, come le nuove tecnologie (Cantagallo, 2014).
Che questo amore potesse sbocciare, il mondo se ne accorse a partire dagli anni ’80, quando nacquero on line i primi gruppi di auto-aiuto psicologico.
Il passaggio alla vera e propria consulenza psicologica on line, denominata e-therapy, e alle nuove forme di supporto digitali, è stato inevitabile.
I vantaggi
La disponibilità dei mezzi tecnici e la diffusione di internet hanno incentivato la richiesta da parte degli utenti di interventi psicologici on line sempre più diversificati, che vanno dalla semplice informazione, per arrivare alla valutazione e alla terapia.
Acquisisce sempre più rilevanza l’utilizzo della realtà virtuale a scopo terapeutico, che è ormai considerata una vera e propria forma di comunicazione (Riva, 1999).
Molti studi relativi all’uso della RV per il trattamento di disturbi (come l’ansia sociale, il disturbo panico e quello post-traumatico), dimostrano una sua grande potenzialità ed efficacia (Riva, 2005).
“[…]Superata una sensazione molto strana che dura per i primi dieci minuti, si dimentica la realtà conosciuta e ci si ritrova in un’altra realtà, assolutamente convincente” (Francisco J. Verela, 1990).
L’amore sorto tra il vecchio e il nuovo comporta dei benefici, come il facilitare il contatto tra le persone, eliminare le restrizioni dovute agli handicap e lo stimolare la disinibizione e l’apertura spontanea.
Gli svantaggi
Sono legati all’impossibilità di instaurare un contatto fisico, quindi di non poter cogliere quei segnali, che solo un colloquio faccia a faccia può offrire.
Bisogna essere in grado di riconoscere i limiti ed avere chiaro un modello che tenga conto delle implicazioni che i diversi strumenti tecnologici apportano alla relazione terapeutica.
In conclusione, è innegabile che questa rivoluzione costituisca una risorsa enorme, che modifica il modo di “essere insieme”, stimolando nuove capacità dell’intelligenza umana.
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