
Identità reale e identità virtuale
ANTAGONISTE O COMPLEMENTARI?
L’identità virtuale è un aspetto importante della personalità e non va considerata in contrapposizione con l’identità reale. Lo stesso vale per la sessualità sperimentata sul web.
Affermazioni simili possono risuonare insolite.
Parole come ‘sesso’ e ‘sessualità’ fanno pensare all’unione di corpi fisicamente vicini, scambio di carezze, ai baci e ad altri comportamenti sessuali fra persone ‘‘reali’’.
Ma l’introduzione di internet nella vita delle persone ha segnato una svolta nel processo di costruzione dell’identità e una ridefinizione del concetto di sessualità.
IN CHE MODO?
Attraverso le chat, i forum e i blog.
È possibile confrontarsi, informarsi, costruire relazioni intime con altri utenti, trovare il partner di una notte, esplorare aspetti della propria sessualità prima di allora sconosciuti, imparare nuove forme di seduzione e acquisire maggiore sicurezza e autostima.
In questo ambiente è semplice staccare la spina dalla realtà e diventare ciò che non è possibile essere nella vita di tutti i giorni, cominciando con la scelta di un nickname.
Questa identità non è meno autentica di quella reale, ma soltanto diversa, in quanto racchiude aspetti significativi di sé e della propria sessualità.
Per ragioni culturali, etiche, religiose o caratteriali, sono ignorati o nascosti nella vita quotidiana e che possono essere espressi, nelle diverse relazioni virtuali in cui ci si cimenta.
Diventa possibile sperimentare strategie seduttive da applicare nei rapporti offline, costruire relazioni che nella quotidianità non intraprenderemmo.
Così come concedere al proprio orientamento sessuale latente quello spazio che non si ha il coraggio di mostrare alla luce del sole, o anche assumere in chat l’identità del sesso opposto per conoscerne meglio il ruolo (gender swapping).
La propria sessualità può colorarsi di emozioni, sentimenti, preferenze che arricchiscono la consapevolezza di sé.
Definiscono un’immagine alternativa ma allo stesso tempo, complementare della propria identità.
Un’identità “multipla” che non va considerata un fattore di rischio dell’instabilità psichica, ma una risorsa da apprendere e sfruttare, soprattutto in adolescenza, per conoscersi e crescere.
Comments (0)