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Facebook sfama i bisogni della nostra psiche?

Per quale motivo Facebook ha tutto questo seguito? Quali bisogni soddisfa? Quali sono le motivazioni che spingono le persone a creare un account e a rimanere connessi?

In psicologia ci sono numerosi approcci che si potrebbero seguire per rispondere a tali domande. Oggi ci concentreremo sull’Analisi Transazionale, cercando di offrire una lettura delle mancanze a cui Facebook sopperisce e dei bisogni che soddisfa. Una delle teorie fondamentali dell’Analisi Transazionale sostiene che la nostra psiche si mantiene in equilibrio soddisfacendo le sue “fami”, ovvero i suoi bisogni.

Ne esistono di tre tipi:

Fame di struttura: uno dei bisogni fondamentali dell’individuo riguarda la necessità di organizzare e pianificare la propria giornata in modo da colmare le possibili lacune e sfruttare il tempo a disposizione nel miglior modo possibile. → Facebook può trasformarsi in un “impegno” in grado di aiutare l’individuo a strutturare la propria giornata in maniera piena, evitando possibili disagi dovuti a momenti di nullafacenza. A tutti noi è capitato, tra un’attività e l’altra, di prendere il cellulare e scorrere sulla nostra home. Ebbene, questa azione, a volte involontaria e inconsapevole, porta l’individuo a mettere in atto uno schema preimpostato finalizzato ad evitare le situazioni noiose che, a loro volta, possono compromettere l’integrità psicologica dell’individuo. Come ha scritto Eric Berne, ideatore dell’Analisi Transazionale, nel 1972: “l’eterno problema umano è la strutturazione delle ore di veglia […] La fame di strutturazione esprime il bisogno di evitare la noia”.

Fame di riconoscimento: ognuno di noi ha bisogno di sapere che esiste, che non è un fantasma in mezzo agli altri. In poche parole, ha bisogno di sentire la propria identità riconosciuta dagli altri.
→Gli utenti riescono ad auto-affermarsi aggiornando le proprie informazioni personali, mettendo foto che esaltano le proprie qualità fisiche o quelle intellettuali e professionali (foto con la corona di alloro o in completo da lavoro). Il profilo di Facebook diventa un vero e proprio curriculum vitae, un manifesto attraverso il quale festeggiare e mettere in piazza i successi personali.

Fame di stimoli: è “l’unità di riconoscimento sociale” (Berne) e rimanda ad un arcaico concetto di contatto fisico che da adulti viene sostituito con forme simboliche di riconoscimento, ci sentiamo deprivati se non riceviamo le carezze di cui abbiamo bisogno. Con le carezze, verbali e non verbali, riusciamo ad appagare la nostra fame di stimoli. Le carezze possono essere sia positive che negative.
→Sui social network si possono ottenere carezze positive attraverso like, commenti di approvazione e tag. Al contrario, le carezze negative derivano da post ai quali riceviamo nessuno o pochi like, commenti negativi e denigratori, critiche e umiliazioni, soprattutto quando sono rivolte direttamente alla nostra persona, piuttosto che al contenuto del nostro pensiero condiviso.

E il tuo Facebook quali fami soddisfa?

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