
L’eccesso di Web conduce a comportamenti a rischio?
Il trascorrere molto tempo davanti allo schermo del computer è associato al mettere in atto comportamenti a rischio.
Una ricerca canadese condotta da Carson, Pickett e Janssen su quasi 10000 ragazzi in età scolare (tra i 10 e i 16 anni) ha mostrato come usufruire del web per più di 4/5 ore al giorno sia connesso ad un’elevata probabilità di agire comportamenti a rischio, come il fumare, il bere alcolici, l’utilizzare droghe, l’evitare di mettere la cintura di sicurezza quando si è alla guida e l’esperire rapporti sessuali non protetti.
In Italia, risultati analoghi sono stati ricavati da un’indagine condotta dall’Osservatorio della Società italiana di Pediatria, intitolata “Le abitudini e stili di vita degli adolescenti italiani”. Più nel dettaglio, tale indagine ha rilevato che gli adolescenti che sono soliti navigare in Internet per più di 3 ore giornaliere presentano, rispetto a quelli che non trascorrono un simile quantitativo di tempo sul web, un più basso rendimento scolastico, peggiori abitudini alimentari, un maggiore uso di alcol e fumo.
Kuss ha inoltre evidenziato che un utilizzo frequente di social network e di giochi virtuali aumenti il rischio di sviluppare la dipendenza da internet e caratteristiche di personalità quali ostilità, ridotta stabilità emotiva, scarsa coscienziosità, elevati livelli di estroversione e, dunque, di sensation seeking.
Da cosa dipende la correlazione positiva tra (ab)uso di internet e comportamenti a rischio?
Una spiegazione può risiedere nella teoria dell’apprendimento sociale di Bandura, secondo cui i comportamenti vengono appresi attraverso l’osservazione e l’imitazione sistematica dei comportamenti agiti da modelli di comportamento ritenuti positivi. La massiccia esposizione dei ragazzi a scene di violenza, di sesso non protetto, di consumo di alcol e di droghe quando si ritrovano ad utilizzare il pc, a guardare la tv, a giocare ai videogames elicita in essi lo sviluppo ed il consolidamento di comportamenti altrettanto violenti, poco etici e sicuri, a scapito dell’empatia, del rispetto di sé e degli altri, dei comportamenti pro-sociali.
Quali conseguenze?
Tali condotte possono compromettere lo sviluppo di un’identità matura e integra, la qualità delle relazioni familiari e sociali e la salute psico-fisica degli adolescenti a medio e lungo termine, concorrendo allo sviluppo di sintomi psicosomatici e di disturbi cronici. Tuttavia, dato che almeno una di esse viene messa in atto almeno una volta nella vita dalla maggioranza delle persone, ne vengono sottovalutate le possibili tragiche conseguenze e, pertanto, trascurate le attuabili forme di prevenzione ed intervento.
Come (re)agire?
Sarebbe auspicabile, in un’ottica preventiva, che la famiglia intervenisse precocemente, monitorando gli accessi dei ragazzi al mondo virtuale, riducendo a due ore l’arco di tempo da spendere quotidianamente davanti allo schermo del computer o della televisione, accompagnandoli nel percorso di conoscenza dei pro e dei contro dell’uso di internet e, dunque, promuovendo un utilizzo maturo delle realtà virtuali. A tale fine, sarebbe opportuno che i genitori acquisissero una conoscenza del computer tale da poter fungere da modello di comportamento positivo per i ragazzi rispetto all’uso di internet, con cui contrastare i modelli disfunzionali presentati in rete e, al tempo stesso, prevenire i comportamenti a rischio e disturbi compromettenti il buon funzionamento degli adolescenti nelle diverse sfere di vita.
Utopia o possibilità?
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