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Quali dati personali forniamo a Tinder senza esserne consapevoli?

Duportail, giornalista che scrive su The Guardian, ci racconta la sua esperienza su Tinder.

Il tema dell’articolo non sono gli appuntamenti, né riporta le frasi più efficaci per agganciare i partner in chat.

Tutt’altro. Si parla di dati personali e privacy. La giornalista ci racconta che dopo qualche anno di utilizzo (e circa 870 match) si è posta un quesito lecito: quali dati avrà raccolto Tinder su di me?

Ripercorrendo la sua esperienza con la più famosa applicazione per il dating online, Judith ricorda solo alcune delle persone con cui, grazie a Tinder, è entrata in contatto: amanti focosi, pessimi primi appuntamenti, nuovi amici.

Il punto è che Tinder ha una memoria ben più profonda, espansa, solida. L’App ha infatti in dotazione 800 pagine di dati e informazioni personali su di lei. 800 pagine.

Con l’aiuto di un esperto di privacy, la giornalista ha infatti contattato il personale che si trova dietro alla colosso del dating ed ha richiesto di ottenere i suoi dati (diritto di ogni cittadino europeo in linea con la legislazione comunitaria in materia di protezione dei dati; ad ogni modo, a causa di una serie di buchi normativi, accedere ai propri dati tutt’altro che facile).

La giornalista ci è riuscita grazie al supporto del co-fondatore di PersonalData.IO, startup svedese che aiuta gli individui a riprendere il controllo sui propri dati personali.

Interessi e hobby, orari di utilizzo dell’App, posti di lavoro, gusti musicali, ristoranti preferiti, vacanze e poi informazioni rispetto ai partner (quali le preferenze rispetto all’età, la classe sociale, preferenze sessuali ed altro ancora).

Luke Stark, sociologo della tecnologia digitale dell’Università di Dartmouth sostiene che “le applicazioni come Tinder stanno approfittando di un semplice fenomeno emozionale; non possiamo vedere i dati. Questo è il motivo per cui trovarsi tutto stampato davanti ti colpisce. Siamo creature fisiche. Abbiamo bisogno di materialità “.


Tutti questi dati personali sono il carburante dell’economia. I dati dei consumatori vengono venduti, per la pubblicità.

Che cosa succederebbe se questo numero ingente di dati venisse sottratto a Tinder, reso pubblico o semplicemente acquistato da un’altra società? Probabile che sentiate una leggero brivido lungo la schiena solo a pensarci.

Ad ogni modo Tinder, a detta sua, ha bisogno di tutte queste informazioni per “personalizzare l’esperienza di ciascuno dei nostri utenti, in tutto il mondo”. I nostri strumenti di corrispondenza sono dinamici e considerano diversi fattori che vengono dai dati raccolti”.

Il problema è che queste 800 pagine dei miei dati più intimi sono in realtà solo la punta dell’iceberg. “I tuoi dati personali influenzano chi vedete prima su Tinder, sì”, dice Dehaye. “Ma anche quali offerte di lavoro visualizzi su LinkedIn o quale annuncio per l’assicurazione della macchina vedrai su YouTube”.

tratto da theguardian

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