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Una nuova frontiera per il trattamento dei disturbi psicotici

La schizofrenia è una grave psicopatologia caratterizzata da disfunzioni della sfera cognitiva, comportamentale, emozionale e relazionale.

I sintomi possono essere di svariato tipo e concorrono tutti nel rendere difficile, sotto molteplici punti di vista, la vita di questi soggetti, che non riescono conseguentemente ad essere pienamente autosufficienti, autodeterminati e in grado di badare a sé stessi. Dal punto di vista neurocognitivo, le performance dei pazienti schizofrenici sono 1,5-2 dev. standard inferiori al resto della popolazione, ed i deficit neurocognitivi sono generalmente associati ad un basso funzionamento socio-lavorativo.

Una inabilità che può giungere sino alla compromissione del giudizio di realtà indotto dalla patologia.

Nell’ambito delle tecniche classiche di CBT, i terapeuti si ritrovano spesso ad affrontare direttamente i problemi quotidiani che producono il disagio psicologico e le alterazioni comportamentali determinati dal disturbo in questione, con lo scopo di alleviarne la sintomatologia attraverso tecniche quali:

  • ricostruzione cognitiva e rafforzamento delle capacità di base di cui il paziente deficita (come ad esempio l’attenzione e il linguaggio);
  • modellamento e rinforzo dei comportamenti positivi;
  • addestramento alle abilità socio-relazionali.

Come ampiamente trattato in queste pagine, la Virtual Reality (VR) ha dimostrato da più di 10 anni di essere uno strumento valido in ambito clinico, in grado di produrre esperienze capaci di intervenire sui processi di concettualizzazione attraverso simulazioni digitali e interazione.

Sebbene l’utilizzo della realtà virtuale con pazienti schizofrenici sia una pratica piuttosto recente, numerosi studi dimostrano che la VR consente, in una situazione controllata, interessanti applicazioni sia per la valutazione che per il trattamento.

Mossi dalla passione e l’interesse scientifico per le potenzialità che i nuovi media esprimono nell’affiancare ed integrare i tradizionali modelli d’intervento clinici e medico-sanitari, i nostri co-founder dott. Simone Barbato e Lorenzo Di Natale si sono fatti promotori del nascituro progetto ReHub, sorto con l’obiettivo di progettare un protocollo di riabilitazione Cognitiva, Semantica, Metacognitiva e Socio-relazionale tramite Virtual Reality per i Disturbi Psicotici, in vista di una sua sperimentazione e realizzazione.

In collaborazione con il Corso di Laurea in Tecnica della Riabilitazione Psichiatrica dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e il contributo tecnico di Rainbow CGI, ReHub intende dimostrare l’efficacia di tale metodologia integrata, in grado di ammortizzare i tempi e i costi della terapia, nonché di rappresentare un potenziamento degli strumenti tradizionali.

Il Protocollo di Riabilitazione ideato prevede:

  • una Valutazione Cognitiva e Funzionale pre e post-trattamento;
  • 24 sedute di Cognitive Remediation Computerizzata Individuale;
  • 8 sedute di Riabilitazione Cognitiva Semantica, Metacognitiva e Socio-relazionale tramite Virtual Reality.

All’interno del Protocollo, gli 8 scenari di VR sono pensati per riprodurre situazioni ambientali e sociali che stimolano il soggetto in modo simile al contesto reale, ma con un controllo totale della stimolazione senso-percettiva, la possibilità di modulare qualità, intensità, frequenza e durata delle variabili intervienienti, garantendo al contempo elevati livelli di interattività attraverso hardware specifici come data gloves (guanti per l’interazione col mondo virtuale) o joystick.

Mettendo in ordine la casa, aspettando l’autobus, facendo la spesa al supermercato in VR, il soggetto avrà la possibilità di conoscere e sperimentarsi con oggetti e situazioni, imparando ad utilizzarli e controllarli mediante l’esperienza diretta in tempo reale dei propri vissuti e degli effetti dei propri comportamenti.

Per questa via, gli scenari di VR divengono spazi in cui esercitare anzitutto le funzioni mnestiche ed esecutive, la memoria episodica, verbale e di lavoro oltre che la pianificazione, l’elaborazione e il problem solving, ma anche le capacità di coordinazione motoria, l’orientamento spaziale, la ricerca e il riconoscimento di oggetti. I disturbi dello spettro della Schizofrenia, cosi come il disturbo ossessivo compulsivo, producono gravi deficit a carico delle funzioni cognitive, che si esprimono più comunemente in: difficoltà di comprensione, scarsa concentrazione, difficoltà nell’esprimere i pensieri, difficoltà nell’integrare pensieri-emozioni-comportamento, difficoltà di comunicazione, difficoltà di processi decisionali.

ReHub si propone si lavorare su questi deficit, proponendo differenti Task sulla base del contesto in cui si è immersi. ReHub promuoverà la capacità di conservare l’attenzione per tutta la durata della Task senza essere distratti da altri stimoli, di mantenere la sequenza del compito senza perdere di vista la consegna, esercitare l’attenzione divisa in modo appropriato, auto correggersi, organizzare il proprio comportamento ed il proprio materiale reale e virtuale, cessare comportamenti di perseverazione, il tutto all’interno del regime residenziale ospedaliero.

Non solo. Ciascuno degli 8 scenari di VR è progettato per avere caratteristiche terapeutiche integrate anche nella dimensione sociale. Attraverso sequenze e animazioni che prevedono l’interazione con avatar e personaggi virtuali, il medium potrà permettere il riprodurre situazioni emotive e sociali, tipiche delle relazioni interpersonali, stimolando l’acquisizione di nuove competenze socio-relazionali, come il rifiutare le richieste in modo positivo, l’ascolto attivo, l’esprimere sentimenti piacevoli e spiacevoli.

In altre parole, gli ambienti ricreati mediante VR rappresentano un ulteriore contesto di interazione sociale grazie al quale si rende possibile per il paziente sperimentare emozioni, azioni, mettersi in gioco con le proprie paure, le difficoltà, i comportamenti disfunzionali, facendo così emergere, nel contesto protetto di un laboratorio sperimentale, il materiale cognitivo che ne sta alla base.

Sarà così che, grazie alla VR, il paziente eserciterà le proprie funzioni di Categorizzazione Semantica, nonché le capacità Metacognitive, quali gli stili di attribuzione e l’empatia.

Favorendo l’apprendimento di nuove strategie in un contesto che ripropone situazioni verosimili della vita quotidiana ed altamente immersivi, la VR permetterà al paziente di tesaurizzare l’esperienza terapeutica rendendo più stabile e duraturo l’apprendimento, riducendo così il numero e la frequenza delle ricadute.

Allo stato attuale è in fase di realizzazione una demo, che sarà disponibile in occasione del XXI Congresso Nazionale della Società Italiana di Psicopatologia, nella storica sede dell’Hilton hotel di Roma (Cavalieri Waldford Astoria), dal 22 al 25 Febbraio.

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